Lachmann vs. Bédier. Paradigmi della filologia come chiavi di lettura della cultura digitale: seminario di Francesco Varanini – 30 ottobre 2024

Mercoledì 30 ottobre 2024, alle ore 14:15 nell’Aula PS4 del Polo Fibonacci (via F. Buonarroti, 3) e a distanza via Microsoft Teams, si svolgerà il seminario di cultura digitale di Francesco Varanini (ricercatore indipendente) dal titolo Lachmann vs. Bédier. Paradigmi della filologia come chiavi di lettura della cultura digitale.

L’informatica umanistica è spesso intesa riduttivamente come versione ‘leggera’ dell’informatica, come studio e sviluppo di interfacce-utente, o come disciplina tesa a predisporre strumenti informatici per studiosi e ricercatori di ambito umanistico.

Invece, possiamo intendere l’informatica umanistica come lettura critica dell’informatica e della cultura digitale alla luce di chiavi di lettura di stampo umanistico.

Quest’ultimo modo di intendere l’informatica umanistica può essere ben esemplificato guardando alla filologia: disciplina volta a reperire, ricostruire e interpretare i testi e a mettere in luce tutto ciò che può favorirne la comprensione. Certamente l’informatica umanistica supporta la filologia offrendo strumenti utili per l’edizione critica di testi. Ma allo stesso tempo la filologia propone spunti e mezzi per intendere il senso dell’informatica.

Nel seminario si prenderà quindi in esame una esemplare opposizione tra due approccia alla filologia. L’opposizione tra il metodo di Lachmann e il metodo di Bédier introduce a interessanti domande generali attorno all’interrogativo: ‘Che cosa è la letteratura?’, ed ai ruoli dell’autore, del critico e del lettore. E poi, in particolare, la differenza tra i due approcci invita a riflettere su come muti il concetto stesso di letteratura, e come mutino i ruoli di autore, critico e lettore, nel momento in cui i testi passano dall’essere appoggiati su codice cartaceo ad essere appoggiati su codice digitale. E’ possibile quindi compiere un ulteriore passaggio: il concetto di letteratura appare buono per intendere il senso del Word Wide Web.

Seguendo questa via l’opposizione tra l’ottica Lachmann e l’ottica di Bédier appare chiave di lettura che permette di distinguere fasci di aspetti differenti compresenti nella cultura digitale. Dal lato di Lachmann, per esempio, i modelli dei dati e gli algoritmi. Dal lato di Bédier, per esempio, Il Web nella sua versione originaria: un insieme di testi disponibili per sempre differenti connessioni; dal lato di Bédier, ancora, il motore di ricerca nella sua versione originaria: ricerca sul full text tramite puri operatori booleani.

Per approfondire, si veda il post Lachmann vs. Bédier. Paradigmi della filologia come chiavi di lettura della cultura digitale. Appunti e bibliografia provvisori in vista di un Seminario sul blog di Francesco Varanini.

Il seminario, aperto al pubblico, è corso istituzionale del corso di laurea magistrale di Informatica Umanistica.